Comunitario e Internazionale

Whistleblowing: parte il conto alla rovescia per l'entrata in vigore della normativa di attuazione della Direttiva Ue

Il Presidente dell'ANAC si dichiara soddisfatto dell'allargamento dei poteri all'Autorità

di Alessandro Borrello*

Il Governo è vicino all'adozione della nuova normativa in materia di whistleblowing.
Il 9 dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937: la bozza è stata sottoposta al vaglio delle competenti commissioni parlamentari che dovranno esprimere i propri pareri entro il 19 gennaio 2023.

L'Italia è arrivata a quest'appuntamento in ritardo di circa un anno: non troppo, se si considera che la maggioranza degli Stati Membri non ha ancora concluso l'iter di recepimento (Germania e Spagna, per esempio).

Dal testo approvato dal Governo, emerge che il legislatore nazionale ha voluto cogliere questa occasione per tentare di formulare una disciplina organica del whistleblowing, introducendo così una sorta di testo unico che tenga conto delle previsioni legislative già vigenti e di quelle da adottare per conformarsi alla Direttiva.

L'obiettivo dichiarato della nuova disciplina è garantire maggiore protezione del whistleblower al fine di incentivare la segnalazione di illeciti, seppur nel rispetto di limiti previsti per evitare l'abuso di segnalazioni infondate. Nel solco tracciato dall'UE, il whistleblowing prova così a candidarsi anche in Italia come un istituto chiave per prevenire e contrastare gli illeciti nel settore privato, oltre che in quello pubblico.

Per raggiungere tale obiettivo, il legislatore ha deciso di attribuire nuovi poteri all'Autorità Nazionale Anticorruzione. L'ANAC vede infatti significativamente estese le proprie competenze, tanto che, in determinati casi,
• potrà ricevere segnalazioni esterne da parte di dipendenti per illeciti avvenuti nel settore privato e
• sarà l'autorità deputata a sanzionare le violazioni della nuova normativa.

Per esempio, sarà l'ANAC a irrogare alle aziende inadempienti una sanzione amministrativa pecuniaria, da 10.000 a 50.000 euro, quando accerterà che "non è stata svolta l'attività di verifica e analisi delle segnalazioni ricevute".

I nuovi obblighi previsti dalla normativa imporrano alle imprese di rivedere e, se del caso, aggiornare i propri programmi di compliance e/o Modelli 231: da un lato, sarà essenziale valutare l'adeguatezza dei sistemi di segnalazione già implementati (o dotarsene per la prima volta) e, dall'altro, occorrerà assicurarsi di aver implementato presidi che consentano, anche con il ricorso a risorse esterne, di poter verificare le allegazioni oggetto delle segnalazioni ricevute con il dovuto grado di diligenza e tempestività.

Nell'attesa della sua definitiva entrata in vigore, la nuova normativa ha trovato il plauso dell'ANAC. In un comunicato stampa il Presidente Giuseppe Busia si è dichiarato soddisfatto dell'estensione delle competenze attribuite all'Autorità e ha ribadito l'importanza della tutela del whistleblower, che costituisce un "diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, estensione del diritto di libertà di espressione".

____
*A cura di Alessandro Borrello, Senior Associate di Hogan Lovells, Studio Legale Internazionale

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©