Corte costituzionale: Augusto Barbera eletto nuovo presidente - “Non è possibile una occupazione da parte della maggioranza”
I vicepresidenti sono Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso
Augusto Antonio Barbera è il nuovo Presidente della Corte costituzionale. Come primo atto ha nominato vicepresidenti Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso. Il neopresidente rimarrà in carica fino al 21 dicembre 2024, quando scadrà il mandato di nove anni di giudice costituzionale. Barbera, professore di diritto costituzionale, è stato eletto dal Parlamento nel dicembre del 2015, su indicazione del Pd. Attualmente guidava già la Corte Costituzionale essendo stato nominato successore pro tempore dopo l’uscita nel mese di novembre della ex presidente Silvana Sciarra. Il collegio che lo ha votato non era al completo mancando un giudice di nomina parlamentare (in sostituzione dell’ex presidente Sciarra), in quanto le sedute comuni di Camera e Senato di novembre hanno portato ad un nulla di fatto.
“Vari commentatori scrivono che ci sarà un assalto all’ indipendenza della Corte da parte della maggioranza. E’ un allarmismo di un costituzionalismo ansiogeno che non è in linea con le regole vigenti. Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte costituzionale”. Ha detto il presidente dBarbera nel corso della conferenza stampa seguita alla elezione. “Se questa maggioranza vuole eleggere il giudice deve mettersi d’accordo con altre forze politiche o presentare un candidato che abbia un successo personale tale da spingere tutte le forze politiche votarlo. La Corte non può occuparla nessuno”, ha ribadito.
Per quanto concerne il capitolo della riforme il presidente ha auspicato la massima condivisione da parte delle forze politiche, ricordando che è anche la prima scelta della Costituzione laddove impone della maggioranze qualificate per modificare la Costituzione. “Qualunque riforma - ha aggiunto - può portare o ad accentuazione o a diminuzione dei poteri del Capo dello stato. Dipenderà dalla scelta politica che vorrà fare questo Parlamento, auspicando che avvenga con la maggioranza piu ampia dei 2/3”.
Barbera ha poi fatto un ragionamento sui poteri del premier. “I poteri del presidente del Consiglio - ha detto - sono limitati...non può licenziare un ministro e neanche un sottosegretario. Tuttavia il suo ruolo è aumentato fortemente perché con l’Europa il presidente del consiglio che partecipa al Consiglio europeo è un presidente che è in grado, nel rapporto con gli altri paesi, a far prevalere le sue decisioni”.
Sollecitato poi sul ricorso alla decretazione d’urgenza e sull’“invadenza” del Governo rispetto alle attività del Parlamento in relazione alle legge di Bilancio in via di approvazione, Barbaera ha detto che “i maxi emendamenti sono obbrobriosi” ma delle volte “necessari”. “La Corte - ha proseguito - ha avuto modo di occuparsi di questa alterazione” ma “non condanno la pratica del maxi emendamento, dico addirittura che in assenza di altre regole diventa inevitabile che si debba ricorrere al maxi emendamento”.
“Qualcuno dice che decreti legge, maxi emendamenti... di fatto hanno attribuito al presidente del Consiglio poteri che equilibrano la mancanza di poteri formali. Però attenzione - ammonisce - non dobbiamo capovolgere il tutto, altri paesi non hanno i decreti legge ma hanno la possibilità per il governo di chiedere il voto a data certa”. “Cioè stiamo attenti - spiega - a non trasformare quelle che sono espressioni di debolezza dei governi, in espressioni di prevaricazione”.
Sul caso Regeni, rispondendo a una domanda,ha poi detto che la Corte “è consapevole di avere operato una decisione eccezionale ai limiti della sentenza provvedimento, dovuta alle esigenze di tenere conto di una convenzione internazionale contro la tortura sottoscritta dalla maggior parte dei paesi che richiedeva un applicazione dell’articolo 112 della Costituzione, che deve essere equilibrata con le garanzie che devono essere date agli imputati”.
E sull’autonomia differenziata, tema di cui si è lungamente occupato, ha affermato che “ è una scelta politica che attiene alla politica. Noi abbiamo già ora un sistema di autonomia differenziata con le regioni a statuto speciale. Ora: che sia un buon sistema o un sistema da rifiutare è una scelta politica che appartiene alla politica, a chi è destinato a questo scopo e deve occuparsene.”
La biografia - Augusto Antonio Barbera è nato ad Aidone in Provincia di Enna il 25 giugno 1938. Ed è stato eletto Giudice della Corte costituzionale dal Parlamento, il 16 dicembre 2015. È professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, dove è stato ordinario fino al 2010. È sposato da cinquantadue anni con Maria Montemagno e ha due figli, Alessandro e Teresa. Laureatosi nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale. È stato professore ordinario di Diritto costituzionale nelle Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna (dal 1994 al 2010) e dell’Università di Ferrara (dal 1970 al 1977). Ha pubblicato 22 volumi e circa 400 tra saggi, note a sentenza, relazioni o interventi a convegni.
Ha svolto attività politica. È stato eletto alla Camera dei deputati nelle liste del PCI e del PDS, per cinque legislature, fra il 1976 e il 1994. Dal 1987 al 1992 è stato Presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali, nonché, dal 1983 al 1985, componente della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali (Commissione Bozzi); dal 1992, è stato Vicepresidente della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali (Commissione De Mita-Iotti). Nell’aprile 1993 è stato nominato Ministro per i Rapporti con il Parlamento (Governo Ciampi). È stato fra i promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999.
È stato Direttore, dal 1999 al 2015, di “Quaderni costituzionali. Rivista italiana di diritto costituzionale”, edita da Il Mulino. È stato Presidente della Commissione governativa che ha portato all’elaborazione del Testo unico delle leggi sulle autonomie locali (Dpr n. 267 del 2000) ed è stato inoltre chiamato a fare parte, nel maggio 2013, della c.d. Commissione dei “Saggi”, costituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la revisione della seconda parte della Costituzione. È stato Presidente dell’ISLE, Istituto italiano di studi legislativi, di cui è a tutt’oggi Presidente onorario.
Contro l'abuso dei decreti d'urgenza ruolo sempre più attivo della Consulta
di Giulio M. Salerno - Professore ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università di Macerata