Comunitario e Internazionale

Aiuti di Stato a energia, clima e ambiente. La Commissione Europea cambia nome e accelera il passo

Dal 1° gennaio l'entrata in vigore delle CEEAG definisce gli investimenti green che possono ricevere incentivi statali. Espressa menzione di idrogeno, esclusione del nucleare. Sì al gas ma solo in certi casi

di Francesca Morra e Vanessa Nobile*

Sono ormai trascorsi otto anni da quando, nel 2014, in una stagione di rinnovamento e maturata consapevolezza ambientale, la Commissione europea ha disciplinato per la prima volta gli aiuti di Stato a supporto di progetti pubblici e privati di efficienza energetica e protezione dell'ambiente nei Paesi membri.

Sotto l'alveo delle EEAG – Energy and Environmental Aid Guidelines, veniva allora introdotto un principio armonizzatore sui sussidi statali alle tecnologie e agli investimenti green, come primo passo verso una concreta applicazione dei principi della transizione energetica e ambientale nell'Unione.

Un'importante conquista politica – a quel tempo – che prendeva a riferimento strumenti e regole nuove. Tuttavia, tali strumenti si sono rivelati via via non più al passo con l'urgente esigenza di attuare una rivoluzione verde eurounitaria.

Negli ultimi anni, infatti, la politica energetica e climatica dell'Unione è cambiata radicalmente e vi è stata un'evoluzione notevole delle tecnologie. Dapprima con il Clean Energy Package e, più recentemente, con il pacchetto Fit for 55, la Commissione europea ha adottato misure finalizzate a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e a rivedere l'intero quadro climatico ed energetico dell'Unione al 2030, in linea con gli obiettivi di carbon neutrality previsti dal Green Deal per il 2050.

Da ultimo, lo scorso 1° gennaio, sono entrate in vigore le CEEAG – Climate, Energy and Environmental Aid Guidelines, che sostituiscono le precedenti linee guida. Fermi restando gli obblighi di notifica e preventiva approvazione della Commissione, le linee guida mirano ad individuare i principi in base ai quali gli aiuti concessi dagli Stati membri a determinati progetti o settori sono compatibili con la disciplina EU degli aiuti di Stato .

L'obiettivo, quindi, è quello di indirizzare gli Stati membri nel sostegno necessario per conseguire gli obiettivi del Green Deal in modo mirato ed efficace sotto il profilo dei costi e ad agevolare la partecipazione delle comunità dell'energia rinnovabile e delle PMI, in quanto importanti propulsori della transizione energetica.

Rispetto alla disciplina previgente, le CEEAG hanno specificato e considerevolmente ampliato le categorie che potranno beneficiare dei finanziamenti pubblici, rendendo incentivabile non più solo il settore della produzione energetica da fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, ma uno spettro che si estende a quasi tutti i campi dello sviluppo sostenibile, comprendendo mobilità green, infrastrutture, economia circolare, riduzione dell'inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità, nonché misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico.

In particolare, la nuova disciplina:

-amplia le categorie di investimenti e tecnologie che gli Stati membri possono supportare, includendo tutte le tecnologie in grado di raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, tra cui, ad esempio, l'idrogeno. Una nuova sezione è dedicata ad agevolare la valutazione delle misure che sostengono la decarbonizzazione di diversi settori dell'economia, attraverso investimenti nei campi delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica dei processi di produzione e della decarbonizzazione industriale, in linea con la normativa europea sul clima;

- consentono di coprire fino al 100 % del deficit di finanziamento, qualora gli aiuti siano concessi a seguito di una procedura competitiva, e introducono nuovi strumenti di aiuto, come i "carbon contracts for difference", al fine di agevolare gli Stati membri nel rispondere alle necessità dettate dalla transizione ecologica;

- copre diversi settori rilevanti ai fini del Green Deal. Sono state introdotte, o aggiornate, le sezioni sugli aiuti per la prevenzione o la riduzione dell'inquinamento non dovuto ai gas serra, compreso l'inquinamento acustico, per l'efficienza delle risorse e l'economia circolare, per la biodiversità e la riparazione di danni ambientali. Inoltre, la disciplina CEEAG contiene sezioni dedicate agli aiuti che incentivano gli investimenti in settori ritenuti prioritari, quali il miglioramento delle prestazioni energetiche dei fabbricati e la mobilità verde;

- introduce modifiche alle attuali norme su alcuni sgravi da prelievi fiscali sull'energia elettrica per gli utenti a forte consumo di energia. Tali sgravi mirano a limitare il rischio che, a causa delle imposizioni fiscali, alcune attività produttive particolarmente emissive siano trasferite in luoghi in cui la tassazione delle emissioni è assente o meno ambiziosa rispetto a quella dell'Unione.

Affinché gli sforzi di decarbonizzazione necessari al conseguimento degli obiettivi climatici dell'Unione siano tenuti in debito conto, le CEEAG prevedono sgravi per tutti le imposte destinate al finanziamento di misure per la decarbonizzazione e delle politiche sociali.

Le norme sono state riviste, inoltre, per sostenere meglio la decarbonizzazione progressiva delle imprese ad alto consumo di energia collegando, tra l'altro, gli sgravi fiscali agli impegni assunti dai beneficiari per ridurre la loro impronta di carbonio;

- introduce misure di salvaguardia atte a garantire che gli aiuti siano effettivamente diretti a progetti tesi a migliorare la tutela del clima e dell'ambiente, limitandosi a quanto necessario per conseguire gli obiettivi ambientali e senza falsare la concorrenza o l'integrità del mercato unico;

- aumenta la flessibilità e razionalizza le norme esistenti, eliminando l'obbligo di notifica per progetti verdi di ampia portata nell'ambito di schemi di aiuto già approvati dalla Commissione;

- includono una nuova sezione sugli aiuti per la chiusura degli impianti a carbone, torba e scisto bituminoso.

Aumentando la flessibilità, razionalizzando le norme esistenti ed eliminando l'obbligo di notifica per progetti green di ampia portata nell'ambito di schemi di aiuto già approvati dalla Commissione, le nuove linee guida incoraggiano gli investimenti, erodendo i lunghi e macchinosi iter legislativi e procedure di valutazione europea sugli aiuti.

Tale percorso preferenziale non è concesso all'energia nucleare, in relazione a cui le CEEAG non trovano applicazione, e per cui sarà necessario richiedere l'approvazione degli aiuti di Stato a valle di una procedura di valutazione caso per caso ai sensi degli artt. 107 e 108 TFUE.

La Commissione, inoltre, chiarisce che nella valutazione del bilanciamento tra effetti positivi e negativi degli aiuti di Stato giocheranno un ruolo fondamentale i criteri di cui al Regolamento Tassonomia 2020/852 , incluso il principio " do no significant harm ".

Pertanto, per i combustibili fossili più inquinanti è assai improbabile che vi possa essere una valutazione positiva degli aiuti. Parimenti, è "poco probabile" che la Commissione approvi misure di sostegno a nuovi investimenti nel settore del gas naturale, a meno che si dimostri che tali investimenti siano compatibili con gli obiettivi climatici dell'Unione per il 2030 e il 2050, ad esempio se accompagnati a obblighi di investimenti in tecnologie di carbon capture o di chiusura degli impianti scaduto un certo periodo.

Tale posizione si innesta nel dibattito europeo sorto a seguito dell'inclusione nelle proposte degli atti delegati attuativi del Regolamento Tassonomia anche di gas e nucleare. Secondo la bozza del 31 dicembre 2021, infatti, la Commissione europea vorrebbe etichettare gas e nucleare come investimenti "sostenibili" . Per quanto riguarda, invece, la possibilità di accedere a sovvenzioni statali, come chiarito, la Commissione assume una posizione più rigida, non consentendo che si concedano aiuti in maniera automatica o attraverso procedure semplificate a fonti energetiche che presentano, anche solo potenzialmente, rischi per l'ambiente e il clima.

In conclusione, la posizione che la Commissione ha assunto con le nuove linee guida sugli aiuti di Stato a supporto di clima, energia e ambiente costituisce uno specchio significativo di una rinnovata, più ampia e comprensiva sensibilità europea sugli impegni green, nonché un punto di approdo coerente con i principi e gli obiettivi introdotti dal Green Deal e dal Fit for 55.

Ora il testimone – con la responsabilità – va agli Stati membri, che entro il 2024 sono chiamati ad allineare i sistemi esistenti alla nuova disciplina.

* a cura di Francesca Morra, Partner di Herbert Smith Freehills e Vanessa Nobile, Associate

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