Professione e Mercato

Assicurazioni obbligatorie, controlli degli Ordini ancora in stand-by

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di Valentina Maglione

A più di cinque mesi dal debutto, l’obbligo degli avvocati di assicurarsi per la responsabilità professionale e contro gli infortuni di collaboratori, praticanti e dipendenti vive ancora una sorta di fase transitoria. Se infatti sono numerosi i legali che hanno stipulato (o aggiornato in base ai nuovi requisiti) le polizze, altri restano alla ricerca della copertura giusta. E sono tanti i professionisti che, a oggi, non hanno fatto fronte all’onere - imposto dalla legge - di comunicare agli Ordini territoriali gli estremi della polizza. I legali che non si adeguano commettono illecito disciplinare, ma gli Albi (almeno quelli più grandi) non hanno fatto partire i controlli.

Questo benché l’obbligo di assicurarsi per gli avvocati, scattato il 10 novembre 2017, sia stato oggetto di una lunga gestazione. A prevederlo è stata infatti la legge professionale 247/2012, con norme attuate quasi quattro anni dopo dal decreto del ministro della Giustizia del 22 settembre 2016, che ha stabilito le condizioni e i massimali minimi delle polizze; il decreto, a sua volta, sarebbe dovuto entrare in vigore l’11 ottobre 2017, vale a dire un anno dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ma all’ultimo il debutto è stato prorogato di 30 giorni. E le novità sono state corrette poco dopo l’entrata in vigore: l’obbligo dell’avvocato di assicurarsi contro i propri infortuni, previsto dalla legge 247/2012, è stato cancellato a dicembre dal collegato alla legge di Bilancio (decreto legge 148/2017).

In questi mesi le assicurazioni hanno ampliato l’offerta per gli avvocati; e gli organismi rappresentativi dell’avvocatura si sono attivati per rivedere le convenzioni esistenti con le compagnie o per stipularne di nuove. Infatti, i legali possono assolvere l’obbligo di dotarsi di una copertura della responsabilità professionale e contro gli infortuni sia stipulando polizze “in proprio”, sia tramite le convenzioni sottoscritte da Ordini, associazioni o enti.

Così, Cassaforense, che già dal 2001 ha stipulato convenzioni per le assicurazioni Rc, oggi ne ha nove attive. E anche il Consiglio nazionale forense, in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo, ha sottoscritto una polizza in convenzione. Intendiamo «monitorare la tipologia dei sinistri - spiega Lucio Del Paggio, consigliere del Cnf -, la colpa professionale e l’entità dei danni. Per farlo stiamo costituendo un ufficio sinistri con la compagnia: puntiamo ad avere i primi risultati entro fine anno».

Ma quanti degli oltre 245mila avvocati iscritti all’Albo si sono adeguati all’obbligo di assicurarsi? Un monitoraggio puntuale, a oggi, non esiste. Però i numeri forniti dalle compagnie, dal Cnf e dagli Ordini delineano un percorso avviato e non completato.

Le polizze degli avvocati con Unipolsai, ad esempio, una delle compagnie con cui Cassaforense ha una convenzione, sono passate dalle 15mila del 2017, di cui 8mila in convenzione, alle 30mila dello scorso febbraio, di cui 26mila in convenzione: un boom dovuto anche al fatto che molti legali si sono spostati dalla polizza fuori convenzione a quella in convenzione. Il 75% delle polizze è stato stipulato da avvocati che dichiarano fino a 30mila euro di fatturato.

Le coperture sottoscritte tramite la convenzione del Cnf sono invece state 10.582 a marzo scorso, ma in contemporanea continuano, al ritmo di circa 60 al giorno, le richieste di informazioni e preventivi da parte degli avvocati; segno che molti iscritti stanno ancora cercando la polizza giusta: anche perché, secondo Del Paggio, tanti aspettano la scadenza dell’assicurazione che hanno prima di valutarne una nuova.

Dall’Ordine di Milano fanno invece sapere che sono circa 8.800 gli avvocati (poco meno del 50% del totale degli iscritti) che hanno comunicato gli estremi delle polizze per la responsabilità professionale. Ma è probabile che gli assicurati siano di più perché, da un lato, alcuni legali in regola con l’assicurazione potrebbero non avere fatto la comunicazione all’Ordine; dall’altro, non devono dotarsi di una copertura “in proprio” gli avvocati assicurati dallo studio con cui collaborano. L’Ordine di Milano farà comunque partire dopo l’estate una prima verifica sui legali che non hanno comunicato la polizza.

A Roma, invece, i controlli saranno con tutta probabilità preceduti da un invito agli iscritti a mettersi in regola con la comunicazione. Anche a Bari «faremo un richiamo ai legali - dice il presidente dell’Ordine, Giovanni Stefanì - per invitarli a comunicare gli estremi delle polizze. Un passaggio necessario, anche perché l’anno scorso il Consiglio aveva messo in stand-by i controlli in attesa che si definisse l’assetto dell’assicurazione contro gli infortuni».

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