Professione e Mercato

Avvocati, un Ddl taglia le spese di giustizia per il recupero dei crediti professionali fino a 5mila euro

Lo prevede un disegno di legge presentato ieri nella Sala Nassirya a prima firma del Senatore Alberto Balboni (FdI), Presidente Commissione Affari Costituzionali

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di Francesco Machina Grifeo

Estendere il regime delle esenzioni e riduzioni delle spese di giustizia previsto per le controversie individuali di lavoro ai procedimenti aventi ad oggetto il recupero di crediti riguardanti compensi o rimborsi derivanti dall'esercizio di una libera professione organizzata in ordine o collegio, entro la competenza di valore del giudice di pace. Lo prevede il disegno di legge n. 567 , composto da un articolo, presentato ieri nella Sala Nassirya della Camera.

"Questo disegno di legge – spiega il Senatore (FdI), Andrea Balboni, Presidente Commissione Affari Costituzionali e primo firmatario del Ddl predisposto in collaborazione con il Movimento Forense - si può riassumere in due parole: come è giusto che un lavoratore dipendente, quando agisce in giudizio per recuperare il proprio stipendio, non debba affrontare spese di giustizia o, comunque, abbia delle agevolazioni, non si capisce perché la stessa situazione non la debba avere un lavoratore autonomo. Il lavoro è lavoro. E non si capisce perché si debbano avere due trattamenti diversi. Nel momento in cui devo riscuotere un credito su una mia prestazione ho diritto allo stesso trattamento. La nostra Costituzione tutela il lavoro in ogni sua forma. L'articolo 3 della Costituzione sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini e nessuno mi convincerà che c'è una diversità ontologica tra lavoro dipendente e lavoro autonomo".

Nella presentazione del Ddl si ricorda che la crisi economica prodotta dalla grave congiuntura internazionale, prima il Covid e poi la guerra in Ucraina, ha impattato fortemente sulle professioni con una progressiva crescita degli insoluti, che colpiscono con sempre maggior incidenza i piccoli e medi professionisti. Per cui, il mancato pagamento del compenso "è oramai diventato un elemento che incide gravemente sul reddito di molti professionisti, i quali spesso, in assenza di liquidità, sono costretti a rinunziare al recupero del credito a causa dei costi che la procedura comporta e che non sono sostenibili per le fasce reddituali più basse del mondo professionale".

Un fenomeno in via di diffusione che sarebbe tra le "principali cause dell'indigenza in cui ormai versano centinaia di migliaia di professionisti e le loro famiglie". Ed il mancato pagamento produce pure anche un danno all'erario, giacché per i professionisti vige il principio di cassa con conseguente perdita del gettito Iva ed Irpef.

"Per molti professionisti – sostiene il senatore Balboni - il mancato pagamento del compenso professionale da parte del cliente è ormai diventato un elemento che incide gravemente sul reddito. Costoro sono costretti a rinunciare al recupero del credito a causa dei costi che la procedura comporta e che non sono sostenibili per le fasce reddituali più basse".

La misura consiste nell'estendere alle procedure giudiziali aventi ad oggetto il recupero del credito costituito da compenso professionale il r egime fiscale agevolato previsto per le controversie individuali di lavoro. In queste ultime, come è noto, spiega la Relazione al testo, vige il principio di gratuità delle spese processuali (articolo unico della legge n. 319 del 1958, come sostituito dall'articolo 10 della legge n. 533 del 1973), salvo che per l'onere di pagamento del contributo unificato (introdotto nel 2011 anche per tali controversie), il quale contributo tuttavia è dovuto nella misura della metà rispetto a quello previsto per le cause ordinarie, ed in ogni caso persiste l'esenzione nei confronti di coloro che risultino essere titolari di un reddito (lordo e familiare) inferiore al triplo del limite fissato per l'accesso al gratuito patrocinio (si veda l'articolo 76 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002).

Nel provvedimento il principio di gratuità delle spese processuali è però limitato al "recupero di crediti non superiori a 5.000 euro riguardanti compensi, con accessori di legge, o rimborsi derivanti dall'esercizio di una libera professione organizzata in ordine o collegio, entro la competenza di valore del giudice di pace". Ma il senatore Balboni nel corso della conferenza stampa ha annunciato un emendamento per alzare il tetto.

IL DISEGNO DI LEGGE
Art. 1
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1. Al testo unico delle disposizioni legi-slative e regolamentari in materia di spese digiustizia, di cui al decreto del Presidentedella Repubblica 30 maggio 2002, n. 115,sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 9, comma 1-bis, dopo leparole: « rapporti di pubblico impiego »sono inserite le seguenti: « o per quelleaventi ad oggetto il recupero di crediti nonsuperiori a 5.000 euro riguardanti compensi,con accessori di legge, o rimborsi derivantidall'esercizio di una libera professione orga-nizzata in ordine o collegio, »

;b) all'articolo 13, comma 3, dopo leparole: « rapporti di pubblico impiego »sono inserite le seguenti: « o per quelleaventi ad oggetto il recupero di crediti nonsuperiori a 5.000 euro riguardanti compensi,con accessori di legge, o rimborsi derivantidall'esercizio di una libera professione orga-nizzata in ordine o collegio ».

2. Al primo comma dell'articolo unicodella legge 2 aprile 1958, n. 319, dopo leparole: « rapporti di pubblico impiego, »sono inserite le seguenti: « gli atti, i docu-menti e i provvedimenti relativi alle causeper controversie aventi a oggetto il recuperodi crediti non superiori a 5.000 euro riguar-danti compensi, con accessori di legge, o rim-borsi derivanti dall'esercizio di una libera pro-fessione organizzata in ordine o collegio e »

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