Civile

Civilisti contro la “Manovra” sul contributo unificato: “La giustizia non si compra”

L’Unione Nazionale delle Camere Civili denuncia l’incostituzionalità della proposta che prevede l’estinzione del processo per mancato pagamento del contributo unificato, ribadendo che il diritto di agire in giudizio non può essere subordinato a obblighi fiscali

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L’Unione Nazionale delle Camere Civili (UNCC) ritiene “inaccettabile l’introduzione di una norma che prevederebbe la estinzione del processo in caso di mancato (o, peggio ancora, inesatto) pagamento del contributo unificato”. Il riferimento è all’articolo 105 del Disegno di legge di bilancio per il 2025 che ha introdotto un nuovo articolo nel Cpc, il 307-bis, la cui rubrica recita: “Estinzione del processo per omesso o parziale pagamento del contributo unificato”.

L’articolo 24 della Costituzione, prosegue la nota Uncc, garantisce il diritto di agire in giudizio e non lo subordina ad alcun adempimento di carattere fiscale. La norma proposta viola invece tale diritto e non ha dunque alcuna ragionevolezza: la giustizia ai cittadini deve essere garantita, e non venduta.

La tutela dei diritti e la giustizia, continua il comunicato, rientrano tra i compiti istituzionali dello Stato, che non può subordinarne l’adempimento a versamenti fiscali, sicuramente dovuti, ma che trovano già nell’ordinamento tributario i propri rimedi e le proprie sanzioni. Sul punto, un caso emblematico è rappresentato dalla facoltà di recupero coattivo, che esiste per tutte le pretese tributarie.

Con riferimento poi al coinvolgimento degli Avvocati relativamente al mancato pagamento del contributo unificato, conclude l’Unione, rileviamo che questo grava sul cittadino: salvo casi di illecito ben più grave di quello tributario, l’eventuale mancato pagamento non può dunque essere dunque attribuito al professionista che ha garantito il diritto di difesa anche a coloro che non erano in grado di corrispondere il saldo.

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