Professione e Mercato

Come cambia la professione forense, la figura del legale ESG

A quanto pare, non è vero che il legale è quella figura un po' austera, a volte rampante, a volte polverosa, cui ci si rivolge (solo) per disbrigare problemi e dare sfogo alla propria litigiosità. E, a quanto pare, non è nemmeno vero che la professione di avvocato si fonda (solo) su codici, norme, tomi di sentenze e commentari

di Emanuela Gallo e Francesca Sutti*

A quanto pare, non è vero che il legale è quella figura un po' austera, a volte rampante, a volte polverosa, cui ci si rivolge (solo) per disbrigare problemi e dare sfogo alla propria litigiosità. E, a quanto pare, non è nemmeno vero che la professione di avvocato si fonda (solo) su codici, norme, tomi di sentenze e commentari.

A smentire l'opinione comune giunge, infatti, questa recente mutazione del genere "avvocato": il legale ESG.

In un mondo che rincorre concetti, un po' fumosi invero, di "diversificazione" e "transizione" energetica quali parte integrante di un "vivere sostenibile" che consenta di garantire un "futuro effettivo" al Pianeta, in cui tutti sono chiamati a fornire il proprio contributo, anche il legale si toglie le vesti da Catone il Censore per assumere un ruolo dinamico di maieutico stimolatore di riflessioni e indicatore di traguardi (credibili).

Ma per essere concreti, se volessimo stilare una job search, chi è il legale ESGs ?

Solido background di diritto amministrativo e civile, con focus sui temi HSE (ambiente, salute, sicurezza, diritti umani), ma anche esperto di governance societaria e con un afflato di diritto penale/231.

Non che gli avvocati non si siano mai occupati delle materie che rientrano sotto il cappello "ESG" (Environmental, Social and Governance), ma, fino a qualche tempo fa, tali temi erano per lo più affrontati singolarmente da legali specializzati sui diversi ambiti. Ciò che si aggiunge oggi è dunque una visione coordinata ed olistica dei tre elementi.

Sono altresì richieste:
visione internazionale - il mondo ESGs si sta formando un po' come case e soft law con due poli principali: Europa e Stati Uniti; un costante aggiornamento su normative domestiche e internazionali sono condizioni imprescindibili per lo svolgimento dell'attività;
capacità di analisi di contesto e di rischio - ogni nuovo input normativo e giurisprudenziale si trasforma in un esercizio di valutazione del rischio, un "what if" applicato alla realtà concreta e di interesse;
creatività e managerialità - il legale ESGs deve essere propositivo, muovendosi aldilà e a prescindere da un quadro normativo definito e "rassicurante", un po' veggente, un po' socratico, deve saper stimolare riflessioni, porre domande, far emergere contraddizioni, sviluppare opportunità.

Il legale ESGs, inoltre, deve essere molto flessibile dato che non si trova ad interfacciarsi con un unico riferimento.

Soprattutto nelle realtà aziendali più complesse il suo "cliente" finale è sicuramente il top management che deve esporsi con l'individuazione di obiettivi che impongono un percorso di innovazione della strategia aziendale. Tuttavia, a monte, questo nuovo genere del legale deve affiancare le diverse unità che con competenze differenti collaborano a definire tali obiettivi (tra tutte, la funzione di analisi del rischio, pianificazione, segreteria societaria, sostenibilità, ambiente-salute-sicurezza, comunicazione, rapporti con gli investitori, compliance ma anche chi segue le operazioni straordinarie, finance, antitrust) accompagnandole nelle singole valutazioni, segnalando loro eventuali novità in termini anche solo di punti di attenzione richiamati da casi maturati nel panorama internazionale e supportandole in una visione integrata e trasversale che confluisca in un obiettivo sostenibile a tutto tondo (i.e. di sostenibilità e sopportabile).

Pronto a rimettersi e a far rimettere in discussione laddove, dal monitoraggio continuo dell'evolversi dello stato dell'arte su questi temi, dovesse emergerne la necessità o l'opportunità.

Un po' "tuttologo" ma senza presunzione

Deve essere in grado di leggere documenti tecnici e comprendere concetti scientifici (d'altro canto uno dei fulcri sono le emissioni e relativi impatti, metodi di misurazione, mitigazione, compensazione), saper modulare le comunicazioni (i temi della sostenibilità ormai rientrano nei principali documenti finanziari e non finanziari delle aziende), analizzare rischi, valutare conseguenze e contemperare il tutto con il mercato e le sue regole.

Deve sapere entrare in sintonia con competenze che fino a questo momento pensavano che il legale servisse solo nel momento in cui il problema è sorto, non prima (e, auspicabilmente, nemmeno dopo).

Una buona dose di pazienza, empatia e capacità di ascolto è quindi essenziale anche per riuscire a farsi accettare in tavoli che fino ad ora non gli erano stati aperti se non con forti riserve e con circospezione (auto ironia e sense of humor sono fortemente consigliati).
Insomma, un lavoro stimolante e dinamico cui bisogna credere molto.

Speriamo la ricerca non vada deserta…

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*A cura di Emanuela Gallo, Direzione Affari Legali e Negoziati Commerciali Eni Spa e Francesca Sutti, Partner WLEX Studio Legale


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