Civile

Consiglio nazionale forense: giudice tributario sia “autonomo”

L’intervento nel corso dell’Inaugurazione dell’anno giudiziario tributario: “No alla giustizia predittiva e a limiti dimensionali alla difesa”

immagine non disponibile

di Francesco Machina Grifeo

Intervenendo alla Cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, Vittorio Minervini, componente del Consiglio nazionale forense, in sostituzione del Presidente Francesco Greco, traccia un bilancio in chiaroscuro degli esiti della riforma. A passi avanti di sicura importanza, come il riconoscimento dell’imprescindibilità e dell’indifferibilità dell’istituzione in un sistema tributario moderno di una magistratura tributaria “togata”, la legge n. 130 del 30 agosto 2022, ha però dovuto farsi carico di inevitabili compromessi, come quelli relativi alle modalità di reclutamento, alla progressione di carriera e ai requisiti dei nuovi giudici tributari, intervenendo con “scelte di discutibile coerenza ordinamentale”. Bene invece il progressivo avvicinamento del contenzioso tributario al processo del giudice ordinario.

Non piacciono poi, come sempre all’Avvocatura, i limiti dimensionali degli atti di parte come sistema per snellire il contenzioso. E piace ancora meno l’introduzione con il Dlgs n. 220/2023 delle sentenze in forma “semplificata”, nei casi di “manifesta fondatezza, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza del ricorso”.

Il Cnf ribadisce la propria contrarietà verso un modello mirante, anche attraverso le banche dati, alla creazione di un sistema di giustizia predittiva. Il procedimento, invece, è stato affidato “a sistemi di intelligenza artificiale fondazionali ad alto rischio, per i quali non esiste, né ad oggi può esistere, una valutazione di conformità con la normativa europea , con l’Artificial Intelligence ACT in corso di formazione e di recepimento nel nostro ordinamento”.

Infine, l’autonomia del giudice tributario. Già in passato l’Avvocatura si è espressa in maniera netta su tale profilo, auspicando l’opportunità di un trasferimento di competenze in tema di organizzazione e gestione degli organi di giustizia tributaria in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri o, meglio ancora, al Ministero della giustizia: “Sul punto – conclude Greco - ci si augura che il Consiglio di Presidenza ed il Legislatore vogliano e sappiano cogliere la necessità e l’ urgenza di definire nella sostanza la terzietà e l’imparzialità del giudice tributario”.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©