Professione e Mercato

Il cinico vantaggio per uno studio professionale piccolo o di provincia nell’ottenere la certificazione di qualità

La nuovissima certificazione UNI 11871:2022 limita il perimetro della sua azione esclusivamente a studi di Avvocati e Commercialisti

La certificazione di qualità degli studi professionali di commercialisti e di avvocati sta vivendo una nuova primavera.

Le motivazioni di questo forte impulso sono da ricercare in più cause tra le quali, senza dubbio, la nuovissima certificazione UNI 11871:2022 che, a differenza della ISO 9001:2015, rivolta indistintamente a tutte le attività produttive sia di beni che di servizi, limita il perimetro della sua azione esclusivamente a studi di Avvocati e Commercialisti.

In estrema sintesi, la Certificazione di uno studio professionale è finalizzata a creare un sistema di controllo interno che garantisca la qualità finale del servizio prestato, attraverso la creazione di semplici procedure riguardanti le diverse attività svolte (siano esse un decreto ingiuntivo, un bilancio aziendale o l’inserimento di un nuovo collaboratore), che ciascun componente dello Studio, sia titolare, collaboratore o dipendente, deve seguire.

Si tratta, quindi, di lasciare l’evidenza scritta delle attività che all’interno dello studio normalmente si svolgono, senza cambiare o adattare il lavoro dell’ufficio a modelli teorici o procedure stabilite da altri. È un po’ come nella professione medica, in cui è previsto un protocollo da seguire in relazione ad ogni tipo di intervento da effettuare. L’evidenza scritta ed organica di tutti passaggi e controlli effettuati per il servizio prestato, crea una procedura da riutilizzare, e migliorare, nella successiva occasione in cui venga svolta la medesima attività.

Il 90% degli studi professionali legali e di commercialisti presenti in Italia, in forte contrasto con quel 10%, in aumento, di grandi studi basati su realtà nazionali e internazionali, può essere racchiuso nel perimetro degli studi, di provincia o di città, con una dimensione media o piccola, nei quali la figura del dominus è essenziale e rappresenta ancora il deus ex machina di tutta l’attività.

Di fronte al rischio di chiudere o di venire fagocitati dai grandi studi, la certificazione offre il vantaggio competitivo di rendere lo studio, di qualsiasi dimensione esso sia, una realtà strutturata, in grado di gestire autonomamente l’attività ed offrire servizi di qualità ai propri clienti.

Si tratta del medesimo consiglio che molti commercialisti si sono trovati a dare ai propri clienti di piccole dimensioni e improntate sulla persona, quali ditte individuali o società semplificate, arrivati all’apice della loro attività e/o all’inizio del declino, anche solo per semplici motivi di età anagrafica: “Nessuno sarà interessato alla tua attività perché è improntata esclusivamente su di te, sulla tua figura personale. Chi compra non acquisterebbe un’azienda ma una persona fisica, per giunta ormai avanti con l’età, e ciò non è di interesse per alcun investitore”.

Grazie alla certificazione di qualità, infatti, lo studio professionale può diventare una realtà ben impostata, strutturata ed organizzata, aumentando così, rispetto ad uno studio di pari dimensioni e localizzazione non certificato, sia la possibilità di acquisto da parte di studi più grandi, sia il valore intrinseco dell’avviamento dello stesso.

È questo, cinicamente parlando, il principale vantaggio nell’ottenere la certificazione di qualità: lo studio diventa facilmente vendibile, indipendentemente da dimensione e localizzazione.

Naturalmente non si parla di una certificazione di qualità ottenuta “sulla carta”, finalizzata esclusivamente all’ottenimento dell’attestato e basata sulla forma e non sulla sostanza, bensì di un percorso lungo, in salita, colmo di difficoltà e costellato di momenti faticosi, in cui ci si dovrà scontrare con clienti che faticano ad abituarsi al nuovo modus operandi e con persone che non accettano alcuna modifica al proprio lavoro, tanto meno quella di lasciare una evidenza scritta dell’attività svolta, con la certezza di essere facilmente identificati se la stessa non si conclude in modo conforme alle aspettative, un percorso di cui strapperanno il nastro dell’arrivo solo gli studi dotati di un titolare fortemente convinto dell’utilità della certificazione.

Il premio è la creazione di un “ sistema ufficio ” in cui:

• a prescindere da chi abbia svolto il lavoro, viene assicurata al cliente la medesima qualità del servizio finale;

• il rischio di sbagliare qualcosa viene ridotto al minimo (aspetto anche questo di primaria importanza, con le sempre maggiori responsabilità in capo ai professionisti);

• la delega ai dipendenti e/o collaboratori è semplice, certa e chiara;

• la responsabilità (e non la colpa) viene facilmente individuata;

• il titolare può permettersi di investire tempo per cercare nuovi clienti e far crescere lo studio, sapendo che al suo interno tutto funzione come se lui fosse presente.

Questi aspetti sono gli immediati vantaggi della certificazione, a nobile corollario del cinico vantaggio della vendibilità dello studio.

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*A cura di Gioia Audrey Camillo, consulente manageriale per studi professionali e Maurizio Dal Mas, dottore commercialista

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