Giustizia

Il Csm avvia il monitoraggio sul processo penale telematico

L’allarme dell’Ocf: il blocco compromette il diritto di difesa e ostacola l’attività legale

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La VII commissione del Consiglio superiore della magistratura ha avviato un immediato monitoraggio del processo penale telematico anche alla fase dibattimentale. Il Plenum - si ricorda - già l’11 luglio scorso ne “aveva evidenziato le criticità tecnologiche” e “l’assenza di sperimentazione negli uffici giudiziari prospettando la necessità di mantenere un doppio binario (analogico e digitale) anche per l’udienza preliminare e dibattimentale”. Allora veniva “auspicato un deciso cambio di passo qualitativo nella gestione del PPT (anche alla luce dei ripetuti malfunzionamenti verificati nella gestione delle archiviazioni)”.

L’entrata in vigore effettiva “ha già determinato l’attestazione di malfunzionamenti dell’applicativo da parte di molti uffici giudiziari italiani (tra i quali Milano, Roma, Torino, Catania, Bari, Lecce, Siracusa)”. Per queste ragioni la VII commissione ha dato incarico alla ’Struttura tecnica dell’organizzazione’ di “verificare la rilevanza e l’entità dei dichiarati malfunzionamenti affinché la Commissione ne valuti in tempi ristretti il loro impatto sull’organizzazione e l’efficienza degli uffici giudiziari”

Intanto, l’Organismo Congressuale Forense (OCF) segnala “con preoccupazione” i disagi causati dall’obbligatorietà del deposito telematico degli atti penali. E ricorda che numerosi Uffici Giudiziari hanno sospeso l’uso dell’applicativo APP, invocando malfunzionamenti senza supporto di relazioni tecniche ufficiali della DGSIA: “Tali provvedimenti, adottati in maniera simultanea e non per circostanze eccezionali, compromettono il diritto di difesa e ostacolano l’attività legale”.

L’OCF denuncia inoltre gravi inefficienze del Portale di Deposito degli Atti Penali, che rendono difficile l’accesso agli atti e aumentano i costi a carico dei cittadini, violando principi fondamentali di equità e difesa.

Tra le criticità segnalate:

• Ritardi nell’accettazione dei depositi e nell’evasione delle richieste ex articolo 335 Cpp.

• Mancata attivazione di funzionalità essenziali per la gestione dei fascicoli.

• Ostacoli all’ottenimento delle copie informatiche degli atti processuali, con conseguenti aggravi economici e logistici per le parti.

• Carenze nella gestione delle videoregistrazioni delle udienze.

L’OCF sollecita il ministro della Giustizia a intervenire urgentemente per garantire la piena operatività del sistema informatico e rimuovere ogni ostacolo all’esercizio del diritto di difesa.

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