Giustizia

Nordio, nel 2026 colmeremo organici magistratura - Intercettazioni, diritti devastati

Lo ha detto il ministro alla Giustizia, Carlo Nordio, al Festival dell’economia di Trento, aggiungendo che l’Italia è in linea con gli obiettivi fissati dal Pnrr

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di Francesco Machina Grifeo

“Noi per la prima volta entro il 2026 colmeremo gli organici della magistratura. I magistrati in servizio sono circa 9.000 ma dovrebbero essere circa 10.500, quindi abbiamo in progetto di assumerne 1.900 con tre concorsi”. Lo ha detto il ministro alla Giustizia, Carlo Nordio, al Festival dell’economia di Trento. Il Ministro ha poi proseguito affermando che la durata dei processi si sta riducendo in linea con quanto richiesto dall’Europa e che sulle intercettazioni l’Italia ha violato i diritti come stabilito ieri dalla Cedu: faremo una riforma che non intaccherà però la lotta alla mafia, al terrorismo, alla grande delinquenza per la quale le intercettazioni restano necessarie. Il Ministro ha poi detto che l’abuso d’ufficio non è un reato spia della corruzione, e che si impegnerà per far approvare una norma che tuteli i giornalisti contro le querele temerarie. Infine, sul caso Salis: il Governo ha seguito la procedura.

Pnrr, siamo in linea - Per quanto riguarda le risorse del Pnrr, “abbiamo lavorato sulla scia del governo precedente e abbiamo ottenuto dei risultati molto importanti. Abbiamo ridotto l’arretrato in maniera consistente: è una zavorra, ma il programma va avanti. La durata dei processi si sta riducendo in linea con quanto richiesto dall’Europa. In due anni abbiamo investito oltre 818 milioni di euro nell’amministrazione giudiziaria, di cui 133 milioni in digitalizzazione. Entro marzo 2026 verranno riqualificati 481.000 metri quadrati di strutture. Noi siamo perfettamente in linea con quanto chiesto dall’Europa, quello che ci è stato promesso in parte l’abbiamo ottenuto e in parte l’otterremo”, ha proseguito il Ministro Nordio. “Non si tratta né di sprechi né di obiettivi fantasiosi. Gli obiettivi posti dall’Europa li stiamo step by step raggiungendo. Pact sunt servanda, ma alcuni aspetti possono essere rimodulati. Assumere a termine, ad esempio, per l’ufficio del processo significa demotivare, noi stiamo cercando invece di trovare una soluzione per dare il posto fisso a queste persone”, ha aggiunto.

Intercettazioni, diritti devastati - “I diritti sono stati devastati sulle intercettazioni” ha affermato il ministro rispondendo ad una domanda sul pronunciamento della Corte europea per i diritti dell’uomo sul caso Contrada. “La Cedu dice che noi abbiamo violato i diritti umani. Noi faremo una riforma sulle intercettazioni: per quanto riguarda la lotta alla mafia, al terrorismo, alla grande delinquenza le intercettazioni sono non solo indispensabili ma insufficienti. Dopodiché il caso odierno è emblematico, perché non è stata tutelata la ’terza persona’ non coinvolta in indagini”. “Il pacchetto Nordio andrà in parlamento e stiamo lavorando ad una riforma delle intercettazioni e dei sequestri”. “Mi domando - ha concluso sul punto - che effetto avrà la sentenza su alcune indagini in corso. Le intercettazioni devono essere un mezzo di ricerca della prova e non un mezzo di prova”.

Abuso d’ufficio non è reato spia - Per quanto riguarda la lotta alla corruzione, Nordio ha detto “l’Italia ha un arsenale normativo penale che è il più severo e agguerrito d’Europa con 17 norme per combattere la corruzione”, ma che il suo contrasto va disgiunto dall’abuso d’ufficio. “Non è un reato spia ma il contrario della corruzione, allora il rimedio è annullare l’atto amministrativo illegittimo ed il risarcimento del danno pecuniario che è molto più efficace della norma penale”.

Stampa, norma per i giornalisti - Sulla tutela della libertà di stampa, infine, Nordio ha detto che vorrebbe introdurre “la querela o la citazione temeraria, c’è comunque l’impegno per una norma a tutela dei giornalisti”.

Caso Salis, seguita procedura - “Io farei una grande distinzione fra il papà della detenuta che è condizionato dall’emotività e gli esperti del settore. Non è possibile che un governo interferisca con la magistratura. È stata seguita la procedura prevista dagli accordi internazionali: chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria è la conditio sine qua non per chiederli in Italia”. Ha conclusi il ministro della Giustizia, rispondendo a una domanda sul caso di Ilaria Salis.

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