Professione e Mercato

Per unire esperienze diverse il primo test è un’affinità vera

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di Chiara Bussi

«Se non scatta la scintilla non è il caso di tentare. Mi bastano un paio di riunioni per capire che tipo di professionisti ho di fronte e se siamo compatibili». Alberto Pirone, commercialista, è presidente del cda di Clarity Group. Dal 2007 ha aggregato 12 studi, dando vita a un’organizzazione tra avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro. «La mia - racconta - è una logica imprenditoriale che sin da subito punta a garantire una continuità, verso lo staff e verso i clienti. Un aspetto imprescindibile è utilizzare un linguaggio comune, anche informatico».

Il “colpo di fulmine” tra LCA e Seas
Tra LCA e SeAS la scintilla è scattata subito. «Ci è stata affidata la cura di una vicenda complessa in materia di diritto fallimentare - spiega il managing partner di LCA Giovanni Lega, che ha mantenuto la stessa carica - e non avendo esperti in materia ci siamo rivolti a loro. Abbiamo subito trovato un’identità di vedute che è essenziale se si decide di unire le forze». Lo scorso agosto, otto mesi dopo, l’integrazione è diventata operativa. «Eravamo troppo piccoli per essere grandi - gli fa eco Salvatore Sanzo, presidente della nuova realtà - e troppo grandi per essere piccoli. Abbiamo dato vita a uno studio che conta 140 persone. Non la somma tra due fatturati, ma nuove competenze: quella di Lca nella consulenza legale e fiscale a quella di Sanzo nel diritto della crisi di impresa». La sfida, aggiunge Lega, «è far comprendere ai nostri legali le opportunità di avanzamento professionale che derivano dall’integrazione».

La fusione di Sabelli e Benazzo
Corrono lungo l’asse Milano-Roma i merger tra Sabelli e Benazzo e quello tra Albè e Associati da una parte e Caroleo dall’altra. «Uno degli aspetti critici - dice Paolo Benazzo - è stato quello di trovare una matrice organizzativa comune: la struttura romana era più articolata in dipartimenti divisi per attività, quella milanese ispirata alla condivisione di aree e attività tra i diversi professionisti. Così abbiamo optato per una transizione soft». Non solo. «Un’altra difficoltà - spiega - è stata quella di elaborare regole comuni per la remunerazione. Anche in questo caso abbiamo trovato un sistema per andare incontro alle esigenze di tutti i partner con una grossa componente variabile centrata su criteri preconcordati». E non è stato facile integrare le piattaforme informatiche, basate su logiche ed esperienze diverse. «Abbiamo così messo a punto una piattaforma ad hoc per le esigenze delle due sedi».

Merger tra Caroleo e Albè e Associati
Con la fusione con Caroleo annunciata a maggio, Albè e Associati (con quartier generale a Busto Arsizio e sedi a Milano e Como) ha fatto il suo ingresso nel mercato romano. «Per far convivere due anime diverse - spiega il managing partner Gianluca Albè - serve un dialogo costante: io stesso svolgo il ruolo di trait d’union e trascorro a Roma 15 giorni al mese». Il percorso di crescita dello studio non terminerà qui. «Puntiamo ad arrivare nel 2019 con 3 soci in più (dagli attuali sette) e potremmo valutare ulteriori integrazioni in nuove aree geografiche». Amore a prima vista? Non proprio: le nozze sono arrivate dopo una collaborazione lunga 30 anni.

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