Professione e Mercato

Piano Transizione 4.0: novità con la Legge di Bilancio 2022

La Transizione digitale è l'asse su cui pianificare la crescita economica dell'Italia che, secondo le prospettive dell'Istat, dovrebbe attestarsi, per l'anno 2022, ad un +4,7% di Pil.

di Marco Merlo Campioni*

Digitalizzazione, innovazione e competitività: il piano di rilancio economico del nostro Paese deve partire da qui. Non è un caso che siano proprio questi i tre obiettivi indicati nella prima delle sei missioni previste dal PNRR. Perché, in un quadro generale di ripresa post-pandemica e di sviluppo sostenibile, colmare il gap digitale e competitivo rispetto al resto dell'Europa è una priorità imprescindibile.

La Transizione digitale è l'asse su cui pianificare la crescita economica dell'Italia che, secondo le prospettive dell'Istat, dovrebbe attestarsi, per l'anno 2022, ad un +4,7% di Pil.

Per confermare queste aspettative è necessario intervenire in supporto dei diversi settori strategici per la nostra economia, incentivando gli investimenti in favore di soluzioni innovative legate all'IoT e ai green investments.

Considerato questo scenario, la riconferma, nella Legge di Bilancio 2022, del Piano Transizione 4.0 va ad iscriversi tra le misure stimolo utili per lo sviluppo competitivo del nostro tessuto produttivo. Al centro, la digitalizzazione dei processi industriali secondo criteri che promuovono la sostenibilità e l'innovazione. Con la proroga dell'incentivo si sta dando la possibilità, alle imprese, di pianificare gli investimenti dando un orizzonte temporale di medio termine.

Secondo quanto previsto, l'acquisto di Beni Materiali e Immateriali 4.0 è incentivato, col meccanismo del credito di imposta, fino al 2025. C'è la possibilità di consegna a giugno 2026 a patto che, entro il 31 dicembre del 2025, sia stato pagato almeno il 20% dell'acconto.

Potendo usufruire dei fondi del PNRR, per l'anno 2022 sono previste le aliquote maggiori: del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 20% tra i 2,5 e i 10 milioni di euro e del 10% a partire dai 10 fino ai 20 milioni di euro. Per il biennio 2023-2025, a parità di investimento, ci sarà un dimezzamento delle aliquote. Confermato anche il credito di imposta per le attività di Ricerca e Sviluppo il cui orizzonte temporale arriva al 2031 con rimodulazione delle aliquote a parte dal 2023. I

l tutto è costruito secondo il principio per cui l'implementazione di soluzioni ad alto livello tecnologico siano necessarie per conseguire un abbattimento dei costi produttivi grazie all'ottimizzazione del processo e al miglioramento dell'efficienza energetica.

Basti pensare alle soluzioni per l'Asset Management utilizzate per il monitoraggio dei consumi energetici e l'uso razionale delle risorse secondo logiche di manutenzione preventiva e predittiva degli impianti.

Ma non solo: gli incentivi previsti, in forma di credito di imposta, per i Beni Materiali e Immateriali 4.0, finanziano una serie di sistemi tecnologici nati proprio per migliorare l'efficienza energetica aziendale. In questo modo si preserva il livello di produzione pur riducendo la quantità di risorse energetiche utilizzate. Una scelta green ed economicamente vantaggiosa, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione che, come UE, vogliamo conseguire entro il 2050.

Si potrebbe contestare il costo energetico richiesto anche dall'implementazione di soluzioni 4.0 per lo sviluppo economico del Paese. Sicuramente, la digitalizzazione dei sistemi necessita di energia. In questo senso, però, bisogna guardare il quadro d'insieme: il Piano si inserisce all'interno di una serie di interventi, previsti dal PNRR, che mettono al centro la transizione energetica ed ecologica e che vanno dall'incentivazione delle energie rinnovabili allo sviluppo di risorse energetiche a basso impatto ambientale.

In quest'ottica appare evidente come la promozione di uno sviluppo tecnologico 4.0 dell'intero sistema Paese si inserisca in un contesto di crescita più ampio di transizione energetica: al centro di tutto, un'energia nuova, rinnovabile, a basso impatto ambientale, che riduca le emissioni di CO2 e che sostenga un sistema economico basato sull'efficienza energetica e la sostenibilità.

*a cura di Marco Merlo Campioni, CEO di Save NRG

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