Professione e Mercato

Praticanti in Commissione: ridare dignità a 20mila aspiranti avvocati

Auditi con le Camere civili sulla riforma dell'accesso, si appellano al Ministro per chiedere soluzioni immediate

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di Francesco Machina Grifeo

Sulle proposte di riforma dell'esame d'avvocato Miceli e Di Sarno, la Commissione giustizia della Camera ascolta oltre ai civilisti anche i praticanti avvocati, e l'audizione arriva proprio nel giorno in cui le associazioni scendono in piazza e manifestano davanti al ministero della Giustizia. "Per la prima volta nella storia - afferma Vincenzo La Licata, vicepresidente Aipavv (Associazione italiana praticanti avvocati) - i praticanti hanno la possibilità di esprimersi in Parlamento". "Proprio oggi - prosegue La Licata – avrebbero dovuto svolgersi le prove scritte", rinviate per l'emergenza Covid a data ancora da definirsi, "restiamo gli unici che non hanno potuto accedere alla prova da remoto, qui c'è un intera generazione di praticanti avvocati abbandonata mentre i coetanei entrano nel mondo del lavoro".

Sì perché i giovani legali, che premono per una riforma complessiva dell'accesso alla professione, insistono particolarmente sulla ricerca di una soluzione per le prove del 2020 mettendo sul piatto la rabbia di "circa 20mila avvocati a cui così viene impedito di esercitare, perdendo punti di Pil". L'Aipavv ribadisce infatti che l'attuale numero di avvocati nel Paese, oltre 220mila, non deve essere un impedimento all'ingresso: "L'impressione è che la categoria abbia paura della concorrenza dei giovani, come se potessimo rubargli il lavoro". Una affermazione che ha provocato poi la risposta piccata dell'onorevole Bartolozzi (Forza Italia): "Mai a 24 anni avrei avuto l'arroganza intellettuale di dire di conoscere le esigenze del mercato ed di pormi in conflitto con la categoria".

I praticanti che vedono allontanarsi il traguardo dell'abilitazione vanno dritti per la loro strada e chiedono "per il tramite della Commissione, soluzioni immediate e concrete per la sessione dicembre 2020 al Ministro della Giustizia, perché le date potranno ancora slittare per via del perdurare della pandemia". "Ci chiediamo allora qual è il compito della politica se non rimuovere ostacoli per salvaguardare la dignità di 20mila aspiranti avvocati, dignità umana ed economica calpestata anche in quest'aula da un Consigliere del Cnf", il riferimento è all'affermazione secondo cui il praticante ad inizio tirocinio avrebbe valore economico "zero".

A seguito di un bonario richiamo al tema dell'audizione da parte del Presidente Perantoni (M5S) , La Licata afferma che con la proposta Di Sarno, che prevede la motivazione, finalmente il praticante non sarà più bocciato senza sapere nemmeno perché; mentre "nell'era del 5G - aggiunge - si dovrebbe utilizzare un computer, in modo da superare il problema della bocciatura per via della cattiva grafia". Bene anche il percorso di specializzazione che trova poi riscontro concreto nelle prove. Mentre per stabilire "una volta per tutte l'attitudine a svolgere la professione - per l'Aipavv -, la proposta migliore è quella Miceli che intercetta le attuali logiche di mercato". Ridurre il numero degli scritti poi non equivale a rendere l'esame più semplice. "È ormai chiaro a tutti – conclude di Sarno - che questo esame vada riformato e che le soluzioni ci sono ed occorre solo volerle attuare, ma quella è tutta un'altra storia".

Per il Presidente della Camere civili De Notaristefani invece "il primo problema è la struttura della Commissione d'esame che è uno strumento di captazione del consenso, e se una delle Pdl prevede delle incompatibilità non è senza ragione". Poi c'è il problema del numero dei candidati che moltiplicano le sottocomissioni dando luogo ad una grandissima variabiltà delle promozioni che passa dal 20% all'80%.

Per i civilisti il periodo di pratica presso lo studio legale non può essere sostituito totalmente da corsi specializzati. Le modifiche alla disciplina vigente devono essere rivolte dunque a una valutazione della preparazione globale. Non sono poi condivisibili i progetti che prevedono la riduzione delle prove scritte. Potrebbe invece essere adottato un meccanismo di cumulo tra i voti delle prove scritte e delle prove orali, con la previsione di un una soglia per effettuare la compensazione. Le prove scritte, costituite da un parere in diritto civile, un parere in diritto penale e un atto a scelta, non dovrebbero in alcun modo essere sostituite da test o simili. Potrebbero però essere previste preselezioni con test d'accesso alla prova scritta. Non è possibile infine svolgere più di due sessioni di esami l'anno, in quanto il numero di candidati e la complessità degli elaborati non lo consentirebbero, ma potrebbe essere prevista la possibilità di sostenere la prova orale una seconda volta, in caso di esito negativo della prima, quando si sia superata la prova scritta con la valutazione minima di 90.

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