Riforma delle professioni e cambio al vertice della Cassazione
Il Csm voterà oggi il nuovo Presidente della Suprema corte mentre il Cdm valuterà, tra l’altro, gli schemi di disegni di legge delega per la riforma dell’ordinamento forense e della professione di commercialista
Giornata fitta di appuntamenti per il settore giustizia. Alle 16.30, il Csm si riunirà in assemblea plenaria per la nomina del Primo presidente della Corte di Cassazione, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella. Sempre nel pomeriggio, preceduta da una riunione tecnica preparatoria in mattinata, si riunirà il Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno quattro provvedimenti: gli schemi di disegni di legge delega per la riforma dell’ordinamento forense e della professione di dottore commercialista ed esperto contabile, il testo in materia di professioni sanitarie e sulla responsabilità degli esercenti le attività sanitarie e lo schema di disegno di legge delega per la riforma della disciplina complessiva degli ordinamenti professionali.
Si terrà invece online per motivi di sicurezza il convegno del Consiglio nazionale forense che ha suscitato molte polemiche dal titolo “Guerra e diritti umani: Gaza, Cisgiordania e Israele. Le violazioni dei diritti umani a Gaza e nei territori occupati”. Tra i partecipanti c’è Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi. A sollevare il caso per prima è stata l’Associazione giuristi ebrei che ha contestato la ’parzialità’ dell’evento chiedendone l’annullamento o l’’integrazione del contraddittorio’”; richiesta poi accolta dal Cnf ha invitato uno storico e un esponente politico di Forza Italia.
Tornando al Cdm di oggi i primi due provvedimenti - riforma professione forense e commercialisti - arrivano dal ministero della Giustizia, il terzo da quello della Salute e il quarto è un’iniziativa congiunta dei dicasteri del Lavoro e della Giustizia. Le ultime riforme statutarie dell’Avvocatura e dei commercialisti risalgono rispettivamente al 2012 e al 2005, mentre la revisione globale degli ordinamenti professionali è disciplinata da un Dpr (Decreto della presidenza della Repubblica) del 2012. A seguito della riunione preliminare, si saprà se i testi approderanno sul tavolo di Palazzo Chigi, in vista del Consiglio dei ministri pomeridiano.
Per quanto concerne invece la nomina del nuovo Presidente di Cassazione è arrivato l’annuncio a sorpresa di due togati indipendenti: Roberto Fontana e Andrea Mirenda si asterranno dal voto. Una mossa che potrebbe assottigliare il divario fra i due nomi in lizza per il successore di Margerita Cassano (il cui mandato scade il 9 settembre), ossia Pasquale D’Ascola e Stefano Mogini. Appare dunque in salita la possibilità di raggiungere l’unanimità domani al plenum presieduto dal capo dello Stato Sergio Mattarella che avrebbe preferito un voto compatto. Il favorito D’Ascola potrebbe così passare per una manciata di voti, forse addirittura uno. Una scelta quella dei due togati per protestare contro il meccanismo delle nomine previsto dal Testo unico che, a loro dire, “ripropone all’infinito le logiche degli accordi”.
In ogni caso sarà una sfida tra candidati con curriculum di alto livello per esperienza e prestigio. D’Ascola arriva con in dote quattro dei sei voti della quinta commissione, quella cioè competente sugli incarichi direttivi. Con l’attuale vice di Cassano - la prima presidente donna nella storia della Suprema Corte - sono schierati i togati di sinistra Maurizio Carbone di Area e Mimma Miele di Magistratura democratica, Michele Forziati di Unicost e il laico di minoranza Ernesto Carbone. Mogini, segretario generale della Cassazione, ha ricevuto invece il sostegno della consigliera laica in quota Lega, Claudia Eccher, e del togato di Magistratura Indipendente Eligio Paolini, diventando così espressione dell’area più conservatrice.
Considerato dunque il voto in commissione, in leggerissimo vantaggio al momento per l’elezione alla guida degli ermellini dovrebbe esserci D’Ascola, calabrese di 67 anni con un passato da giudice a Verona prima di trasferirsi a piazza Cavour come componente del Massimario (l’“ufficio studi” della Suprema Corte) e poi come presidente della Seconda sezione civile.
Mogini, suo coetaneo, è stato invece capo di gabinetto al ministero della Giustizia sotto il secondo governo Prodi, con Clemente Mastella come Guardasigilli. Ha svolto anche il ruolo di magistrato di collegamento all’ambasciata italiana a Parigi e di esperto giuridico alla Rappresentanza permanente d’Italia all’Onu. Intanto si è insediato oggi a Palazzo Bachelet (dopo l’approvazione unanime da parte del plenum della delibera di convalida dei titoli) Daniele Porena, il consigliere laico eletto lo scorso 5 agosto dal Parlamento in seduta comune. Con il suo ingresso il plenum torna quindi al completo, dopo le dimissioni a giugno di Rosanna Natoli.
EDITORIALE - Ai Act, predisposto un nuovo codice per assicurare il rispetto delle regole
di Andrea Sirotti Gaudenzi - Direttore del Dipartimento di Intelligenza Artificiale dell'Istituto per la formazione continua (Roma)