Civile

Rimborsi Robin Tax solo se richiesti dopo l’11 febbraio 2015

immagine non disponibile

di Laura Ambrosi

Il rimborso della Robin Tax spetta solo a decorrere dal 12 febbraio 2015 poiché la Corte costituzionale ha espressamente differito gli effetti a dopo la pubblicazione della sentenza. Ad affermare per la prima volta questo principio è la Corte di cassazione con l’ordinanza n. 32716, depositata ieri.

La vicenda parte dall’istanza di rimborso presentata da una società per l’addizionale corrisposta nel 2008 sui ricavi petroliferi.

Va ricordato che l’articolo 81 della legge 112/2008 aveva introdotto un’addizionale Ires finalizzata a colpire il conseguimento di “sovra-profitti” da parte delle aziende energetiche e petrolifere, determinati dalla crescita speculativa delle quotazioni delle materie prime, con lo scopo di perseguire finalità solidaristiche.

La Consulta (sentenza 10/2015), ne ha dichiarato l’incostituzionalità ma nella motivazione, per una serie di ragioni, la rimozione della disposizione costituzionalmente illegittima non scattava per il passato ma solo dal 12 febbraio 2015, giorno successivo alla sua pubblicazione. Tuttavia, numerosi contribuenti alla luce dell’incostituzionalità proclamata dalla Consulta, hanno presentato istanze di rimborso anche per periodi precedenti il 2015.

Alcuni giudici di merito hanno accolto la richiesta di rimborso, nel presupposto che il dispositivo della pronuncia della Corte Costituzionale si limitava a sancire l’incostituzionalità dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza in Gazzetta, con l’inclusione quindi dei rapporti pendenti e con il solo limite di quelli esauriti.

La Cassazione, con la prima pronuncia in proposito, accogliendo l’appello dell’Ufficio, ha invece rilevato che la Consulta ha espressamente limitato temporalmente gli effetti della sua decisione disponendo che decorrano dal giorno successivo alla pubblicazione.

Non esiste nell’ordinamento italiano la possibilità per la Corte costituzionale di differire nel tempo gli effetti delle proprie pronunce come invece avviene in altri Stati dell’Unione Europea. Tuttavia, la decisione ha tentato di limitare gli effetti conseguenti alla retroattività differendo l’efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza.

La Suprema Corte, stabilito che la pronuncia della Consulta è stata a “illegittimità differita”, ha affrontato il problema della sua efficacia ai procedimenti in corso. In proposito viene evidenziato che la circostanza rilevante nel processo in cui è posta la questione non comporta automaticamente che la sopravvenuta decisione di incostituzionalità debba valere necessariamente negli altri procedimenti in corso.

Con riguardo poi ai sollevati contrasti tra il dispositivo e la motivazione della sentenza della Consulta, relativamente all’efficacia della pronuncia, i giudici di legittimità hanno precisato che in simili ipotesi, di regola, il dispositivo va interpretato alla luce della motivazione.

In conclusione, la Cassazione ha ritenuto che i rimborsi per l’incostituzionalità della “Robin Tax” sono spettanti solo per il periodo successivo all’11 febbraio 2015.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©