Responsabilità

Risarcimenti più alti per le lesioni di maggior gravità

La Tabella proposta ora dal ministero dello Sviluppo economico è una riedizione aggiornata di quelle già messe a punto, nel lontano 2004,

di Maurizio Hazan

Si accende il confronto sullo schema di Dpr sulla Tabella unica nazionale delle lesioni macropermanenti (si veda Il Sole 24 Ore del 16 gennaio). C’è chi contesta la congruità dei valori e chi non condivide, sul piano medico legale, i contenuti. Si ripropongono anche nella pubblica consultazione del testo, aperta fino al 29 gennaio, contrasti di lunga data. E l’emanazione del Dpr non si annuncia immediata, per cui si discuterà ancora prima di mettere fine a quella insidiosa incertezza liquidativa aperta dalla giurisprudenza nella complice assenza di norme.

La Tabella proposta ora dal ministero dello Sviluppo economico è una riedizione aggiornata di quelle già messe a punto, nel lontano 2004, dalla commissione ministeriale istituita all’epoca. Anche in quel caso ci furono polemiche soprattutto in ambienti medico-legali.

Ma ora ci sono più ragioni per ritenere che questo schema di Dpr possa approdare alla meta. C’è il concreto e serio coinvolgimento dell’Ivass, che dimostra attenzione alle esigenze di corretta calibratura degli interessi in settori delicati come Rc auto e responsabilità sanitaria.

Ciò ha portato a discostarsi dalle tabelle milanese, pur mantenendone le generalissime impostazioni di base. Cambiano fondamentali elementi: valore del punto economico di base, incremento più che proporzionale del suo valore al crescere dell’invalidità e separata valorizzazione del danno morale con fasce di personalizzazione incrementali per ogni punto. Si arriva più vicini alle tabelle romane. Anche se i valori espressi dalla curva di legge sono più quantitativamente più simili alle liquidazioni milanesi.

Nella costruzione valoriale della tabella sono stati considerati i valori complessivi dei risarcimenti delle scorse annualità, per evitare incongrui aumenti di costo. Ovviamente, si parla di sviluppi attuariali complessivi, mentre la comparazione puntuale con i valori della curva milanese ha andamento sinusoidale. Il valore economico della Tabella unica, per postumi fra 30 e 70%, resta sotto il valore punto del danno non patrimoniale di Milano; dal 70% in su si eleva progressivamente sino a superare i valori milanesi. Ad esempio, per un 35enne con invalidità del 50%, il Dpr propone 363.224,65 euro (con applicazione del moltiplicatore morale “medio”), circa 30.000 euro sotto la tabella milanese. In generale, rispetto a Milano si sale soprattutto per i danni più gravi e sempre più, al crescere dell’invalidità. Da capire i criteri per selezionare uno dei tre moltiplicatori del danno morale. Per quanto l’esempio applichi di default il coefficiente medio, resta che tale posta di danno rimane fermamente assoggettata a precisi oneri di allegazione e prova, ancorchè presuntiva. Quindi, in assenza di prove qualificate, il moltiplicatore applicabile dovrebbe essere quello minimo.

La tavola delle menomazioni sviluppa il metodo per valutare il danno permanente biologico individuando indicativamente punteggi attribuiti alle casistiche ivi riportate. Illustrati anche i criteri di valutazione medico legale del danno, con grande attenzione alle menomazioni psichiche e trattando in modo interessante l’incidenza delle protesi sulla portata biologica della menomazione.

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