Penale

Sport in carcere, nuovo Protocollo - Nordio: “può contrastare i suicidi”

Sono 70 i progetti per promuovere l’attività sportiva e formativa rivolta a detenuti adulti, minori e giovani adulti in carico al Dap

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“Una buona educazione fisica è un buon presupposto per una vita spirituale e sociale accettabile. In ambito carcerario lo sport assolve una funzione essenziale, insieme al lavoro, ossia affrancare il detenuto dalla noia e dalla depressione. L’indirizzo costituzionale è quello di puntare alla rieducazione del detenuto e sono convinto che se ampliassimo la pratica sportiva nelle carceri potremmo ridurre il numero di suicidi”. Così Carlo Nordio, ministro della Giustizia, dice la sua sull’importanza dell’attività sportiva durante l’incontro “Misure e opportunità a supporto dello sport”.

Il Protocollo siglato dai Ministeri della Giustizia e dello Sport mira ad agevolare l’attività sportiva. “Occorre trovare modi duttili di agevolare l’attività sportiva che non siano solo il campetto di calcio, cosa non facile da ottenere - ha poi proseguito Nordio -. L’attività che stiamo iniziando è orientata alla rieducazione del condannato; avere una recidiva zero significa anche iniziare la riduzione del sovraffollamento delle carceri. La nostra non è una volontà repressiva, ma orientata alla funzione rieducativa. Lo sport in questo può essere essenziale”, conclude.

Per il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi: “L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita anche attraverso la pratica sportiva. C’è una ricchezza di impegni che noi assumiamo singolarmente ma che acquistano valore nella comunione di intenti. Abbiamo un’architettura sportiva che non ha eguali prevedendo il coinvolgimento finanziario di governo ed enti intervenendo sulle disuguaglianze territoriali e nelle famiglie meno abbienti. Parliamo di investimenti diretti che superano i 150 milioni, oltre a questo incrementeremo il fondo di ulteriori 75 milioni nelle prossime settimane”.

I nuovi 70 progetti per promuovere l’attività sportiva e formativa rivolta a detenuti adulti, minori e giovani adulti in carico al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e ai servizi della Giustizia minorile – che saranno finanziati per un importo massimo singolo di 20mila euro – seguono i 78 già attivati nell’ambito della più ampia campagna “Sport di tutti – Carceri”, avviata nel maggio dello scorso anno dai due ministeri in collaborazione con Sport e Salute Spa e ministero della Difesa.

Le progettualità che saranno ammesse al finanziamento riguarderanno attività fisico-sportive e formative sulle discipline e i valori dello sport e saranno proposte da ASD/SSD ed Enti del Terzo settore di ambito sportivo. Oltre a facilitare il reinserimento sociale e lavorativo dei soggetti coinvolti, l’iniziativa punta anche a migliorare la condizione detentiva durante l’esecuzione della pena e a sviluppare competenze in ambito sportivo, educativo e socio-psico-pedagogico.

Il Guardasigilli ha rammentato come ogni “attività è orientata alla rieducazione del detenuto: teniamo presente – ha precisato – che la recidiva, ossia il ritorno in carcere di un ex detenuto rimesso in libertà è inversamente proporzionale a quanto questi abbia imparato dal lavoro o dall’aver praticato una attività. Avere recidiva zero, che é il nostro obiettivo, significa anche iniziare quel processo di diminuzione del sovraffollamento carcerario che ci trasciniamo da tempo”.

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