Comunitario e Internazionale

Circular economy: Action Plan della Commissione europea

La progressiva transizione del modello di produzione e consumo eurounitaria verso un'economia sostenibile è ormai un processo irreversibile e rappresenta, altresì, un elemento sostanziale per la nuova strategia industriale unionale

di Marco Letizi*

Con la comunicazione dell'11 marzo 2020, la Commissione europea ha promosso un "Nuovo piano d'azione per l'economia circolare per un'Europa più pulita e più competitiva" che, in linea con il Green Deal europeo, si pone l'ambizioso obiettivo di monitorare i piani e le misure nazionali per accelerare la transizione a un'economia circolare sulla base di dati quantitativi (metriche di circolarità) che terranno conto delle interrelazioni tra circolarità, neutralità climatica e obiettivo "inquinamento zero". In particolare, tali indicatori si focalizzeranno sull'uso delle risorse (impronta dei consumi) e dei materiali, nonché sul monitoraggio e valutazione dei progressi compiuti, al fine di dissociare la crescita economica dall'uso delle risorse e il loro impatto ambientale a livello globale.

Con il piano d'azione in esame, la Commissione europea ha, in buona sostanza, lanciato un messaggio inequivocabile agli Stati membri: senza circular economy non sarà possibile conseguire gli ambiziosi obiettivi fissati nel Green Deal nell'ambito della più ampia strategia europea per un'economia climaticamente neutra. In altri termini, al fine di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 sarà necessario estendere il concetto di economia circolare dai precursori agli operatori economici tradizionali, dissociando la crescita economica dall'uso delle risorse.

L'integrazione del concetto di circular economy nel più ampio processo di neutralità climatica delineata nel Green Deal europeo impone agli Stati membri di convertire i loro processi produttivi in un modello di crescita rigenerativo, capace di restituire al pianeta più di quanto prenda, con l'obiettivo di ridurre l'impronta dei consumi e incrementare in modo significativo l'utilizzo dei materiali circolari.

La progressiva transizione del modello di produzione e consumo eurounitaria verso un'economia sostenibile è ormai un processo irreversibile e rappresenta, altresì, un elemento sostanziale per la nuova strategia industriale unionale. Tale transizione, per essere sostenibile, deve necessariamente fondarsi sui principi che regolano l'economia circolare. Recenti studi hanno dimostrato come l'applicazione dei principi dell'economia circolare in seno all'economia europea non solo potrebbe potenzialmente generare un aumento del PIL di un ulteriore 0,5 % entro il 2030, creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro, ma potrebbe offrire alle imprese nuove opportunità grazie all'utilizzo di prodotti sostenibili.

In tal senso, i modelli a ciclo chiuso, propri della circular economy, potrebbero incrementare la redditività delle imprese manifatturiere attraverso l'abbattimento dei costi di acquisto delle materie prime, proteggendole, altresì, dalle fluttuazioni dei prezzi delle risorse

La sostenibilità dei prodotti.

La sostenibilità dei prodotti. Allo stato, non esiste una legislazione unionale che garantisca che tutti i prodotti immessi sul mercato europeo integrino simultaneamente i criteri afferenti a un'economia neutra dal punto di vista climatico, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare e che sia anche capace di imporre prescrizioni tali da ridurre i rifiuti e garantire che le prestazioni dei precursori della sostenibilità diventino progressivamente la norma. Le uniche iniziative legislative eurounitarie che hanno disciplinato alcuni aspetti relativi alla sostenibilità dei prodotti si riferiscono alla direttiva 2009/125/CE del 21 ottobre 2009 sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia, al regolamento (CE) n. 66/2010 del 25 novembre 2009 relativo al marchio di qualità ecologica dell'Unione europea (Ecolabel UE) e alla comunicazione della Commissione europea del 16 luglio 2008 ("Appalti pubblici per un ambiente migliore") che disciplina i criteri per gli appalti pubblici verdi dell'Unione. Tali iniziative legislative, pur avendo un ambito applicato piuttosto ampio, presentano tuttavia un impatto ridotto in ragione dell'integrazione della norma su base volontaria.

Al riguardo, con l'Action Plan sulla circular economy, la Commissione ha anticipato un progetto riformatore di ampia portata che avrà l'obiettivo di estendere l'ambito applicativo della direttiva 2009/125/CE alla più ampia gamma possibile di prodotti nel rispetto dei principi della circolarità con l'obiettivo di: migliorare la durabilità, la riutilizzabilità, l'upgrading e riparabilità dei prodotti; verificare la presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti e l'aumento della loro efficienza sotto il profilo energetico e delle risorse; aumentare il contenuto riciclato nei prodotti, garantendone al tempo stesso le prestazioni e la sicurezza; la possibilità di rifabbricazione e di riciclaggio di elevata qualità; ridurre le impronte carbonio e ambientale; limitare l'uso dei prodotti monouso e impedirne l'obsolescenza prematura; introdurre il divieto di distruggere i beni durevoli non venduti; promuovere il modello "product as service" o di altri modelli in cui i produttori mantengono la proprietà del prodotto o la responsabilità delle sue prestazioni per l'intero ciclo di vita; mobilitare il potenziale di digitalizzazione delle informazioni relative ai prodotti; promuovere un sistema di ricompense destinate ai prodotti in base alle loro diverse prestazioni in termini di sostenibilità, anche associando i livelli elevati di prestazione all'ottenimento di incentivi

Un modello di business circolare.

La circolarità è un elemento essenziale di una trasformazione più ampia del sistema produttivo eurounitario verso la neutralità climatica e la competitività a lungo termine e, qualora integrato con l'uso di tecnologie digitali per la tracciabilità, la rintracciabilità e la mappatura delle risorse, è capace di determinare notevoli risparmi in termini di materie in tutte le catene di valore e i processi di produzione, generando valore aggiunto e creando nuove opportunità economiche.

Gli effetti positivi sotto il profilo economico del processo virtuoso anzidetto (rafforzamento del tessuto industriale e delle catene del valore) saranno tanto più significativi quanto maggiore sarà la capacità dei governi di sfruttare al meglio il potenziale degli strumenti di finanziamento e dei fondi dell'UE volti all'attuazione, tra l'altro, della strategia di economia circolare. In questo contesto, la buona notizia è che le imprese europee sono all'avanguardia in materia di innovazioni circolari.

Lo scorso aprile, un'azienda italiana leader nel settore dell'energia, che offre servizi per accelerare l'innovazione e guidare la transizione energetica e leader mondiale nel settore delle soluzioni energetiche avanzate - ha pubblicato il Circular Economy Factbook 2020 con il quale ha consolidato il suo ruolo di vero e proprio booster della transizione verso un modello di business sostenibile fondato sui principi dell'economia circolare nell'ambito della complessa supply chain aziendale. L'approccio metodologico che caratterizza il Circular Economy Factbook 2020 è condensato all'interno del Circular Economy Boosting Program e utilizza specifiche metriche quantitative e qualitative volte all'attribuzione alle Aziende e alle Pubbliche Amministrazioni di uno score di circolarità, fornendo a questi ultimi un report dettagliato che misura e individua le migliori strategie di carbon offset e le migliori tecnologie sostenibili.

Nell'ambito del citato Boosting Program sono state utilizzate delle metriche di valutazione per attribuire uno score di circolarità anche per i suoi prodotti e quelli dei suoi clienti. A titolo esemplificativo, nel periodo 2019- 2020, l'azienda in esame ha calcolato 53 score di circolarità per misurare il livello di circolarità di prodotti nel proprio portafoglio, implementando 20 Circular Economy Boosting Programs che hanno permesso di individuare 36 nuove progettualità volte a incrementare il livello di circolarità delle soluzioni analizzate. Più nel dettaglio, applicando il Circular Economy Boosting Program alla soluzione di ricarica elettrica privata, è stato avviato un processo per il riutilizzo della plastica ricavata da prodotti del gruppo in disuso per la produzione dell'involucro esterno delle installazioni di ricarica, ottenendo così un risparmio di 17 tonnellate di CO2 nel 2020 solo con riferimento alle prime 3.000 unità prodotte a seguito del riuso dei componenti in disuso. Si prevede che nel 2021 questa soluzione venga implementata in Europa per la produzione di più di 35.000 unità utilizzando circa 70 tonnellate di rifiuti di plastica con un risparmio di circa 185 tonnellate di CO2 e con un ulteriore roll-out già previsto al di fuori dell'Europa. Un ulteriore elemento innovativo delineato nel Circular Economy Factbook 2020 è rappresentato dal Circular Economy Report con il quale l'azienda italiana leader nel settore dell'energia fornisce agli enti pubblici e alle imprese uno strumento innovativo che non solo consente di misurare il livello di circolarità iniziale ma permette di individuare gli strumenti volti ad attuare in concreto il processo di carbon offsetting e contestuale efficientamento energetico, con ricadute estremamente positive sia in termini di incremento del livello di sostenibilità sul mercato che di abbattimento dei costi per gli enti.

Solo nel secondo semestre del 2020, l'azienda italiana di che trattasi ha fornito circa 50 Circular Economy Client Reports ad aziende appartenenti ai settori manifatturiero, agricolo, tessile, chimico e farmaceutico, promuovendo l'implementazione di misure come l'utilizzo di sistemi di generazione distribuita da rinnovabili e interventi di efficientamento in grado di evitare l'emissione annuale potenziale di 7mila tonnellate di CO2 e di generare fino a 10mila MWh di saving energetico. L'obiettivo sfidante per l'azienda italiana leader nel settore dell'energia è quello di realizzare, entro il 2025, circa 4.000 report e diffondere la cultura della circular economy tra le PMI e le grandi imprese italiane.

Le batterie e i veicoli sostenibili alla base della mobilità del futuro.

Nell'Action Plan sull'economia circolare, uno dei passaggi chiave è rappresentato dall'analisi delle criticità in termini di sostenibilità dei prodotti delle principali catene di valore. La Commissione, tra gli altri, si sofferma sulle batterie e veicoli sostenibili in quanto "sono alla base della mobilità del futuro". Al fine di rafforzare rapidamente la sostenibilità della catena di valore correlata alle batterie per la mobilità elettrica e aumentare il potenziale di circolarità di tutte le batterie, la Commissione - avendo quale punto di partenza la direttiva relativa alle pile e le risultanze del lavoro della "European batteries Alliance" - sta lavorando sull'emanazione di un nuovo regolamento dedicato proprio alle batterie, per migliorarne la sostenibilità e aumentarne il potenziale circolare. Inoltre, la Commissione proporrà di rivedere le norme sui veicoli fuori uso, incentivare la produzione di modelli commerciali più circolari, adottare norme sul contenuto riciclato obbligatorio per alcuni materiali utilizzati nei componenti e migliorare l'efficienza del riciclaggio dei prodotti.

In chiave prospettica, la strategia europea relativa ai trasporti sostenibili e intelligenti si porrà l'obiettivo di rafforzare le sinergie con la transizione verso un'economia circolare, applicando soluzioni del tipo "product as service" per ridurre il consumo di materie prime, utilizzando carburanti alternativi sostenibili per il trasporto, ottimizzando l'utilizzo delle infrastrutture e dei veicoli, aumentando i tassi di occupazione e i fattori di carico ed eliminando i rifiuti e l'inquinamento. In quest'ottica, il progetto principale presentato dall'azienda italiana leader nel settore dell'energia si è incentrato su due direttrici principali: da un lato, l'utilizzo di ricambi rigenerati per la manutenzione, individuando delle opportunità per estendere la vita utile delle sue infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici, mediante procedure di valorizzazione del fine vita, come la rilavorazione e la rigenerazione dei ricambi ai fini di attività di manutenzione e riparazione; dall'altro, l'utilizzo di materiali riciclati per le installazioni di ricarica, utilizzando plastica riciclata per produrre nuove stazioni di ricarica. Queste iniziative virtuose hanno interessato l'intera supply chain aziendale attraverso il coinvolgimento di fornitori e partners specializzati per recuperare e riciclare in modo corretto le materie plastiche a fine vita.

Strategia dell'Unione europea per i tessili.

Sulla base di quanto indicato nell'Action Plan del marzo 2021, il settore tessile occupa la quarta posizione tra i settori che utilizzano più materie prime e acqua dopo il settore alimentare, l'edilizia abitativa e i trasporti, e la quinta posizione per quanto riguarda le emissioni di GES.

Peraltro, il livello di circolarità dei tessili, a livello globale, è tra i più bassi, atteso che meno dell'1% di tutti i prodotti tessili nel mondo vengono riciclati in nuovi prodotti. Il settore tessile europeo è composto prevalentemente da PMI e il 60 % in valore dei capi di abbigliamento con brand europeo è prodotto in paesi extra UE. In ragione della complessità della value chain del settore tessile, la Commissione proporrà una strategia globale dell'Unione per i tessili volta a rafforzare la competitività e l'innovazione nel settore, promuovendo la sostenibilità e la circolarità del mercato europeo dei prodotti tessili, compreso il mercato per il riutilizzo dei tessili, disincentivando la fast fashion e promuovendo nuovi modelli commerciali.

Con riferimento al tema della circolarità dei prodotti tessili, lo scorso marzo, la SDA Bocconi School of Management ed Enel X hanno lanciato il Monitor for Circular Fashion, un progetto all'avanguardia in Italia che darà vita al primo Report sulla circolarità del settore moda. L'obiettivo del Monitor for Circular Fashion è quello di coinvolgere gli stakeholders più rappresentativi del settore moda italiano lungo l'intera filiera quali front- runners della sostenibilità e circolarità nella filiera italiana del settore moda. Il progetto lanciato da SDA Bocconi Sustainability Lab ed Enel X rappresenta la sintesi di successo dell'interazione tra mondo accademico e mondo dell'imprenditoria dalla quale si producono nuove idee e innovazione. In seno all'ambizioso progetto, il contributo del Sustainability Lab di SDA Bocconi verterà soprattutto nella misurazione del rating di circolarità, individuando i principali Key Performance Indicators (KPI) specifici per il settore del fashion per ogni modello di business della moda circolare. Il contributo di Enel X, grazie al proprio know-how, sarà invece quello di mettere a disposizione delle aziende partecipanti al progetto la propria metodologia Circular Economy Report in grado di misurare il livello di maturità circolare a livello Corporate, lungo tutti gli elementi della catena del valore, ed energetica di sito specifico e partendo dai principali gap emersi proporre soluzioni personalizzate e best practice l'obiettivo di rendere il settore della moda italiana sempre più circolare e punto di riferimento per il mercato globale. Le iniziative sinora sviluppatesi in seno all'attività progettuale si sono incentrate sulla condivisione di best practice volte a individuare o sviluppare nuove soluzioni di circolarità (concrete e misurabili), nonché nell'individuazione di misure finalizzate a migliorare il livello di trasparenza e tracciabilità di filiera con l'obiettivo di dare sostanza ai claim di sostenibilità e di circolarità verso tutti gli stakeholders, compresi i consumatori. I primi risultati dell'attività di monitoring del progetto verranno pubblicati a settembre 2021 e compendiati in un report che indicherà le macro-tendenze del settore, misurerà la capacità delle aziende operanti nel settore della moda di applicare i principi della circular economy lungo tutta la filiera, evidenzierà le best practices e le criticità e, infine, proporrà delle soluzioni volte a integrare la circolarità in uno dei maggiori settori italiani per l'esportazione. L'applicazione dei principi dell'economia circolare all'intera filiera rappresenta una rivoluzione copernicana del tradizionale paradigma del "take-make-waste", grazie all'applicazione dei modelli di business circolari che espandono significativamente il ciclo di vita dei prodotti, ridisegnando così i processi produttivi, logistici, distributivi e le modalità di consumo con l'obiettivo di ridurre al massimo l'impronta dei consumi e incentivare l'utilizzo dei materiali circolari.


Sustainability Supply Chain Management: la sostenibilità nel settore della moda certificata attraverso la tecnologia blockchain.

La tecnologica blockchain, sottesa ai meccanismi che regolano le transazioni in criptovalute, rappresenta uno dei principali ambiti d'innovazione al centro della c.d. digital transformation. Peraltro, la ricerca e innovazione (R&I) vengono identificati da tutti gli Stati membri come driver fondamentali per il potenziamento della competitività dei rispettivi sistemi produttivi. Nelle conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 17- 21 luglio 2020 si legge come, nell'ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021- 2027, rafforzato da Next Generation EU, alla rubrica "Mercato unico, innovazione e agenda digitale", vengano assegnati agli Stati membri fondi significativi per promuovere, tra l'altro, la ricerca, l'innovazione e la trasformazione digitale. In particolare, il programma Orizzonte Europa - la cui dotazione finanziaria per l'attuazione del programma Europa digitale per il periodo 2021-2027 sarà pari a 5 miliardi di euro - in sinergia con le attività finanziate nell'ambito di altri programmi dell'Unione, la politica di coesione e i fondi strutturali, avrà anche l'obiettivo di potenziare la capacità di R&I regionale e l'attitudine di tutte le regioni a sviluppare poli di eccellenza.

In tema di supply chain management, la decentralizzazione, la trasparenza e l'architettura "per blocchi" della tecnologia blockchain garantisce la totale tracciabilità delle relazioni commerciali in quanto le informazioni fondamentali per l'intelligenza dei contratti (smart contracts) vengono fornite da soggetti terzi appartenenti alla rete, gli "oracoli digitali", che verificano e autenticano l'attendibilità delle informazioni acquisite da fonti esterne.

L'accesso ad un unico ledger riferito ad uno specifico smart contract consente il monitoraggio, in tempo reale, delle variabili misurabili e digitalizzabili correlate a tutti gli aspetti dello scambio commerciale (provenienza del prodotto, prezzo, tutela del consumatore, condizioni del trasporto, verifica degli adempimenti contrattuali e normativi, logistica, ecc.), accresce le efficienze nelle negoziazioni e transazioni generate da smart contracts, riduce al minimo i disservizi nelle forniture e incentiva le vendite. Nel settore della moda, la tecnologia blockchain consente di ridurre al minimo il rischio che i prodotti provengano da zone di conflitto, o che per la loro produzione sia stata sfruttata manodopera minorile o che siano stati violati i diritti umani, che si verifichino episodi di corruttela tra i vari stakeholders della filiera o frodi commerciali, reati fiscali, ecc. (vedi articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore dell'11 dicembre 2020 Blockchain e intelligenza artificiale a fini antifrode. Il caso dei fondi europei ). Esiste in Italia un fashion brand che ha fatto della sostenibilità il suo principio ispiratore. Il marketing promosso da questo brand parla direttamente alle giovani generazioni promuovendo messaggi positivi, fortemente in linea con la normativa ESG disciplinata dalla direttiva 2014/95/UE, in quanto incentrati sull'inclusività sociale e il rispetto dei diritti umani (Social) e sull'ecosostenibilità (Environmental).

La scelta sostenibile di questo giovane fashion brand non è di mera facciata poiché i capi d'abbigliamento confezionati dalla giovane impresa sono privi di qualsiasi derivato animale, viene utilizzato solo cotone biologico, il poliestere è riciclato a partire dalle bottiglie di plastica e dai rifiuti raccolti in mare; infine, viene operata una costante attività informativa nei confronti dei consumatori (anche nella scelta di tessuti innovativi), incentivandoli a intraprendere delle scelte sostenibili. La certificazione del livello di sostenibilità dell'intera supply chain del fashion brand è stata realizzata da una start up milanese grazie alla mediazione di una società benefit di un gruppo bancario italiano, che si pone quale digital bank sostenibile. L'innovativa startup milanese attraverso un sistema intuitivo e auto-configurante ha notarizzato ogni passaggio della supply chain, ogni luogo, ogni materiale e ogni stakeholder responsabile di un determinato segmento della filiera che porta alla realizzazione di uno specifico capo di abbigliamento, rendendo sostenibile non solo l'ecosistema aziendale del fashion brand ma la sua intera filiera.

La blockchain, polverizzando la funzione di garanzia, richiede, al fine di truccare le carte, un livello di coordinamento tra attori malevoli tale che questi rappresentino la maggioranza della potenza computazionale della rete; tale eventualità, di per sé evidentemente residuale rispetto al tradizionale sistema centralizzato, può essere ulteriormente ridotta sia affidando i nodi a soli utenti garantiti - in caso di permissioned blockchain - sia ampliando notevolmente l'ampiezza della rete - in caso di permissionless blockchain. Ulteriormente, l'immutabilità delle informazioni già salvate nella blockchain comporta che l'eventuale attore corrotto possa agire solamente sul suo blocco di riferimento, senza poter fare nulla in merito ai blocchi precedenti. Questa parcellizzazione della possibilità di modificazione e falsificazione del registro ha evidenti ricadute in termini di affidabilità del registro medesimo e attuabilità di schemi fraudolenti. Infatti, se ogni attore di un dato procedimento può agire esclusivamente sulle informazioni che inserisce, senza poter modificare le informazioni precedentemente inserite, la possibilità di frode è ristretta ai soli step informativi riguardanti il nodo/nodi corrotti.

In tal modo la localizzazione del blocco fraudolento dovrebbe essere molto più semplice per l'organo inquirente, data l'impossibilità per il criminale di confondere la pista informativa che porta all'azione illecita. In altri termini, la blockchain fornisce un'innovativa infrastruttura che permette di veicolare su un registro decentralizzato, immodificabile e consequenziale diversi tipi di informazioni riducendo le asimmetrie informative, aumentando l'affidabilità di queste ultime e riducendo ai minimi termini il fenomeno del greenwashing che assume particolare rilievo nel settore della moda. Per concludere, la tecnologia blockchain consente di soddisfare gli obiettivi posti dalla strategia unionale in tema di circolarità dei prodotti tessili in quanto consente di certificare: il livello di circolarità dei prodotti; l'utilizzo di materie prime secondarie, mitigando il rischio che vengano utilizzate sostanze chimiche pericolose e consentendo alle imprese e ai consumatori di poter scegliere i tessili sostenibili; la trasparenza e tracciabilità della filiera; i livelli di raccolta differenziata dei rifiuti tessili; le operazioni di riutilizzo e riciclaggio dei tessili.

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*A cura di Marco Letizi Avvocato e Dottore Commercialista, Esperto della Commissione europea, del Consiglio d'Europa e dell'OSCE PhD Researcher in Business Management e Autore

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